L’epidemia che stiamo vivendo può mettere a dura prova la nostra capacità di resilienza.

Depressione, irritabilità, paura del contagio, preoccupazione, rabbia, lutto, incertezze, angoscia, ansia, isolamento, lutto, difficoltà relazionali sono solo alcune delle possibili prove che questa epidemia ci sta costringendo ad affrontare.

Siamo a stretto contatto con la comunità per permettere a chiunque di riprendere in mano la propria vita, in maniera responsabile e consapevole per non essere sopraffatto dalle emozioni negative.

La pandemia da Covid-19 ha rappresentato un evento inusuale, inimmaginabile per milioni di persone che hanno dovuto far fronte all’organizzazione di nuove routine della propria vita e a doversi confrontare con ansie e paure senza precedenti. Addirittura, nell’ultimo periodo, assistiamo alla nascita di quella che è stata battezzata “ansia da limbo” provocata dalla perdita imposta di abitudini e certezze, che hanno fatto posto improvvisamente a dubbi e attese, che portano le persone a sentirsi come se fossero “sospese”. È questa, forse, la definizione migliore nella quale ci troviamo e che si osserva quotidianamente durante l’attività dei nostri psicologi e dei nostri psichiatri che si trovano ad assistere persone che raccontano di un senso di sospensione della propria vita e di sentirsi in un “cosmo immobile”.

Aspettiamo l’arrivo del vaccino contro il Covid-19, la guarigione completa di molte persone che sono entrate in contatto con il virus, la diminuzione dei casi, il risultato del tampone, la fine del periodo in quarantena. Nel dopo (primo) lockdown si sono registrate moltissime diagnosi di disturbo post-traumatico da stress; ora, il nuovo disagio psichico è “l’ansia da sospensione”, che, nella migliore delle ipotesi, scatena solo spaesamento, difficoltà a concentrarsi e sonni disturbati.

Il virus, da marzo a oggi, è diventato un pensiero portante che costringe a continui alti e bassi, che obbliga a situazioni di incertezza e sfiducia verso il futuro. Vediamo ogni giorno sempre più persone che subiscono passivamente l’attesa. Per molti è diventata una sorta di alibi capace di giustificare un atteggiamento rinunciatario e passivo. Altre sono insofferenti, reagiscono in modo aggressivo, a volte violento. Altre ancora forzano le regole e tentano di non tenere conto delle limitazioni. Queste si dicono pronte a pagarne tutte le conseguenze. Anche quelle legali. Ma purtroppo, spesso, lo fanno perché “disturbati” mentalmente dalla pandemia stessa.

Un panorama assai assortito in questa situazione di stallo dove tutto sembra fluttuare in un dramma generale. Nel quale, però, sia dentro che fuori, si reagisce in modi assolutamente differenti.

Se sono presenti sintomi di tipo depressivo e ansioso la sospensione del tempo dell’attesa di un possibile evento negativo aggrava l’intensità dell’ansia e il paziente si convince di essere già condannato e a causa di fantasie negative, in casi estremi, può giungere a forme di comportamenti disperati.

I nostri Psicologi hanno messo a punto un protocollo terapeutico per lo sviluppo del benessere psichico attraverso la gestione mirata dei disturbi correlati alla pandemia da Coronavirus.

Anche se molti sono preoccupati o trattenuti dal timore di avere contatti personali, l’azione del CNP è volta a rassicurare i cittadini rispetto alla attivazione o alla continuazione di prestazioni psicologiche già in essere.

Quello dell’ansia da limbo, ovviamente, è solamente l’ultimo dei disturbi indotti collateralmente da questa situazione di emergenza globale. Già dal suo inizio, a marzo, si parlava di “Tristezza da virus” e già veniva classificato come un grande pericolo della pandemia. Infatti, fin da subito, si sono moltiplicati gli appelli e le disposizioni delle istituzioni. Spesso disattesi a causa dell’inesperienza e della sottovalutazione del fenomeno da parte di molti professionisti. L’attenzione del Centro Nazionale di Psicologia si è polarizzata fin da subito sugli approcci e i metodi utili anche ad evitare una potenziale depressione, specie nei soggetti più fragili e predisposti. Nonostante questo pericolo non sia ancora scongiurabile, la nostra équipe apporta quotidianamente migliorie al protocollo di intervento adottato presso la nostra struttura, con risultati altamente soddisfacenti in termini di successo come riportato dai pazienti.

La paura di ammalarsi attraverso il contatto con altre persone non ha agevolato il compito degli psicologi. È capitato e capita molto spesso, infatti, che i pazienti rinuncino a spostarsi per raggiungere gli studi della terapia psicologica per evitare di esporsi al contagio. Anche in quest’ottica, sebbene il colloquio “dal vivo” sia sempre preferibile, il Centro Nazionale di Psicologia ha predisposto un canale di terapia e supporto “a distanza” utilizzando gli ultimissimi canali di comunicazione digitale. Anche in questo caso, la nostra professionalità e la particolare cura verso le persone si evidenziano con il fatto che i colloqui “a distanza” vengono tenuti, per quanto concerne gli psicologi, dagli studi della struttura con una strumentazione di ultima generazione in grado di rimandare ai pazienti “dell’altra parte del video”, una qualità e fluidità del suono e delle immagini di altissimo livello. Questo servizio sarà attivo al termine della pandemia dal lunedì al sabato dalle 09:00 alle 15:30.

Le attività attività classiche dal vivo presso la struttura sono regolarmente attive ed alcuni servizi, per il periodo dell’emergenza, sono stati addirittura potenziati. Il Centro Nazionale di Psicologia adotta misure straordinarie per evitare il contagio. I locali della struttura e tutte le parti comuni che potenzialmente possono venire a contatto con le persone, o che effettivamente lo fanno, vengono sanificati dopo ogni terapia psicologica. I professionisti e gli operatori del CNP sono costantemente monitorati dal punto di vista sanitario ed adottano tutte le indicazioni previste dalla normativo anti-contagio vigente.

I cittadini devono sentirsi sereni nel chiedere un aiuto psicologico – che può essere molto importante per la gestione soggettiva e comportamentale del problema – e gli Psicologi tranquilli di poterlo dare nel rispetto delle raccomandazioni fornite dalle Autorità sanitarie.

Saremo ben lieti di prestare le nostre cure con dedizione ed umiltà. Con tutte le precauzioni necessarie, insieme è più semplice.

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